Botti di fine anno:
50 bombe nucleari Usa dalla Turchia ad Aviano
Manlio Dinucci
«Cinquanta testate nucleari
sarebbero pronte a traslocare dalla base turca di Incirlik, in Anatolia, alla
base Usaf di Aviano, in Friuli Venezia Giulia, in quanto gli Usa diffiderebbero
sempre più della fedeltà alla Nato del presidente turco Erdogan»: lo riporta l’Ansa
citando quanto dichiarato dal generale a riposo Chuck Wald della US Air Force in
una intervista all'agenzia Bloomberg il 16 novembre. Il fatto che l’Ansa e alcuni
giornali ne parlino, anche se in ritardo, è comunque positivo. Ciò conferma
quanto documenta da tempo il manifesto.
«Appare probabile – scrivevamo il 22
ottobre (ma l’Ansa allora ignorò la notizia) – che, tra le opzioni considerate
a Washington, vi sia quella del trasferimento delle armi nucleari Usa dalla
Turchia in un altro paese più affidabile. Secondo l’autorevole Bollettino degli
Scienziati Atomici (Usa), la base aerea
di Aviano può essere la migliore opzione europea dal punto di vista politico, ma
probabilmente non ha abbastanza spazio per ricevere tutte le armi nucleari di
Incirlik. Lo spazio si potrebbe però ricavare, dato che ad Aviano sono già
iniziati lavori di ristrutturazione per accogliere le bombe nucleari B61-12».
In base a
quanto riportato dall’Ansa il coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli,
chiede al governo se conferma la notizia e di portare immediatamente il
problema alla valutazione del parlamento, poiché l’Italia verrebbe «trasformata
nel maggiore deposito di armi nucleari
d’Europa e questo silenzio del governo italiano è inaccettabile». In realtà a
tacere non è solo il governo ma lo stesso parlamento, dove la questione delle armi
nucleari Usa in Italia è tabù. Sollevarla vorrebbe dire mettere in discussione il
rapporto di sudditanza dell’Italia nei confronti degli Stati uniti.
L’Italia continua
così ad essere base avanzata delle forze nucleari Usa. Secondo le ultime stime
della Federazione degli scienziati americani, in ciascuna delle due basi
italiane e in quelle in Germania, Belgio e Paesi Bassi vi sarebbero attualmente
20 B-61, per un totale di 100 più 50 a Incirlik in Turchia. Nessuno però può
verificare quante siano in realtà. Dalle stime risulta che gli Usa stiano
diminuendo il loro numero, fatto tutt’altro che tranquillizzante. Essi si
preparano infatti a sostituirle con le nuove bombe nucleari B61-12. A differenza
della B61 sganciata in verticale, la B61-12 si dirige verso l’obiettivo guidata
da un sistema satellitare ed ha inoltre la capacità di penetrare nel sottosuolo,
esplodendo in profondità per distruggere i bunker dei centri di comando. Il
programma del Pentagono prevede la costruzione a partire dal 2021 di 500 B61-12,
con un costo di circa 10 miliardi di dollari. Non si sa quante
B61-12 verranno schierate in Italia né in quali basi, probabilmente non solo ad
Aviano e Ghedi. Come risulta dallo stesso bando di progettazione pubblicato dal
ministero della Difesa, i nuovi hangar di Ghedi potranno ospitare 30 caccia
F-35 con 60 bombe nucleari B61-12, il triplo delle attuali B-61 (il manifesto, 28 novembre 2017).
Allo stesso
tempo, gli Usa si preparano a schierare in Italia e altri paesi europei missili
nucleari a gittata intermedia (tra 500 e 5500 km) con base a terra, analoghi
agli euromissili eliminati dal Trattato Inf firmato nel 1987 da Usa e Urss. Accusando
la Russia (senza alcuna prova) di averlo violato, gli Usa si sono ritirati dal Trattato,
cominciando a costruire missili della categoria prima proibita: il 18 agosto
hanno testato un nuovo missile da crociera e il 12 dicembre un nuovo missile balistico,
quest’ultimo in grado di raggiungere l’obiettivo in pochi minuti. Contemporaneamente
stanno rafforzando lo «scudo anti-missili» sull’Europa. Nella sua «risposta
asimmetrica» la Russia comincia a schierare missili ipersonici che, in grado di
raggiungere una velocità di 33.000 km/h e di manovrare, possono forare
qualsiasi «scudo».
La
situazione in cui ci troviamo è quindi molto più pericolosa di quanto dimostri
la già allarmante notizia del probabile trasferimento delle bombe nucleari Usa
da Incirlik ad Aviano. In tale
situazione domina il silenzio imposto dal vasto schieramento politico bipartisan
responsabile del fatto che l’Italia, paese non-nucleare, ospiti e sia preparata
a usare armi nucleari, violando il Trattato di non-proliferazione che ha ratificato.
Responsabilità resa ancora più grave dal fatto che l’Italia, quale membro della
Nato, si rifiuta di aderire al Trattato
sulla proibizione delle armi nucleari votato a grande maggioranza dall’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite.
il manifesto, 31 dicembre 2019
http://www.natoexit.it/en/home-en/ -- ENGLISH
http://www.natoexit.it/ -- ITALIANO
«DICHIARAZIONE DI FIRENZE»
Per la creazione di un fronte internazionale NATO EXIT in tutti i paesi europei della NATO.
Geografo e geopolitologo. Libri più recenti: Laboratorio di geografia, Zanichelli 2014 ; Diario di viaggio, Zanichelli 2017 ; L’arte della guerra / Annali della strategia Usa/Nato 1990-2016, Zambon 2016, Guerra Nucleare. Il Giorno Prima 2017; Diario di guerra Asterios Editores 2018, Premio internazionale per l'analisi geostrategica assegnato il 7 giugno 2019 dal Club dei giornalisti del Messico, A.C.
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.