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What part will your country play in World War III?

By Larry Romanoff

The true origins of the two World Wars have been deleted from all our history books and replaced with mythology. Neither War was started (or desired) by Germany, but both at the instigation of a group of European Zionist Jews with the stated intent of the total destruction of Germany. The documentation is overwhelming and the evidence undeniable. (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11)

That history is being repeated today in a mass grooming of the Western world’s people (especially Americans) in preparation for World War IIIwhich I believe is now imminent

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Saturday, March 23, 2019

IT -- Manlio Dinucci -- L’Italia diventò la base di un conflitto armato


Resultado de imagem para Pictures of fighters bombarding in Iugoslavia

COME L'ITALIA CONQUISTO' LO  «STATUS DI GRANDE PAESE»
Manlio Dinucci

PORTUGUÊS


Il 24 marzo 1999, la seduta del Senato riprende alle 20,35 con una comunicazione dell’on. Sergio Mattarella, allora vice-presidente del governo D’Alema (Ulivo - Pdci - Udeur): «Onorevoli senatori, come le agenzie hanno informato, alle ore 18,45 sono iniziate le operazioni della Nato».

In quel momento, le bombe degli F-16 del 31° stormo Usa, decollati da Aviano, hanno già colpito Pristina e Belgrado. E stanno arrivando nuove ondate di cacciabombardieri Usa e alleati, partiti da altre basi italiane.

In tal modo, violando la Costituzione (artt. 11, 78 e 87), l’Italia viene trascinata in una guerra, di cui il governo informa il parlamento dopo le agenzie di stampa, quando ormai è iniziata.

Venti giorni prima dell’attacco alla Jugoslavia, Massimo d’Alema – come racconterà lui stesso in un‘intervista a Il Riformista (24 marzo 2009) – era stato convocato a Washington dove il presidente Clinton gli aveva proposto: «L’Italia è talmente prossima allo scenario di guerra che non vi chiediamo di partecipare alle operazioni militari, è sufficiente che mettiate a disposizione le basi».

D’Alema gli aveva orgogliosamente risposto «ci prenderemo le nostre responsabilità al pari degli altri paesi dell’Alleanza», ossia che l’Italia avrebbe messo a disposizione non solo le basi ma anche i propri cacciabombardieri per la guerra alla Jugoslavia. Ai bombardamenti parteciperanno infatti 54 aerei italiani, attaccando gli obiettivi indicati dal comando Usa.

«Era moralmente giusto ed era anche il modo di esercitare pienamente il nostro ruolo», spiega D’Alema nell’intervista. «Per numero di aerei siamo stati secondi solo agli Usa. L’Italia è un grande paese e non ci si deve stupire dell’impegno dimostrato in questa guerra», aveva dichiarato nel giugno 1999 in veste di presidente del consiglio, sottolineando che, per i piloti, era stata «una grande esperienza umana e professionale».

L’Italia assume così un ruolo di primaria importanza nella guerra alla Jugoslavia. Dalle basi in Italia decolla la maggior parte dei 1.100  aerei che, in 78 giorni, effettuano 38 mila sortite, sganciando 23 mila bombe e missili (molte a uranio impoverito) sulla Serbia e il Kosovo.

Viene in tal modo attivato e testato l’intero sistema delle basi Usa/Nato in Italia, preparando il suo potenziamento per le guerre future. La successiva sarà quella contro la Libia nel 2011.

Mentre è ancora in corso la guerra contro la Jugoslavia, il governo D’Alema partecipa a Washington al vertice Nato del 23-25 aprile 1999, che rende operativo il «nuovo concetto strategico»: la Nato viene trasformata in alleanza che impegna i paesi membri a «condurre operazioni di risposta alle crisi non previste dall’articolo 5, al di fuori del territorio dell’Alleanza».

Da qui inizia l’espansione della Nato ad Est. In vent’anni, dopo aver demolito la Federazione Jugoslava, la Nato si estende da 16 a 29 paesi (30 se ora ingloba anche la Macedonia), espandendosi sempre più a ridosso della Russia.

Oggi l’«area nord-atlantica» si estende fin sulle montagne afghane. E i soldati italiani sono là, confermando quello che D’Alema definiva con orgoglio «il nuovo status di grande paese», conquistato dall’Italia vent’anni fa partecipando alla distruzione di un paese che non aveva attaccato né minacciato l’Italia o suoi alleati.

(il manifesto, 22 marzo 2019)
                                       
LA GUERRA ALLA JUGOSLAVIA SARA' UNO DEI TEMI
DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE SUL 70° DELLA NATO

Il tema «Jugoslavia: 20 anni fa la guerra fondante della nuova Nato» viene trattato, anche con documentazione video, nel Convegno internazionale «I 70 anni della Nato: quale bilancio storico? Uscire dal sistema di guerra, ora», che si svolge  domenica 7 aprile a Firenze (Cinema Teatro Odeon, Piazza Strozzi, ore 10:15-18). Tra gli altri temi «L’Europa in prima linea nel confronto nucleare».

Intervengono: 
M. Chossudovsky, direttore di Global Research (Canada): V. Kozin, esperto politico-militare del Ministero degli Esteri (Russia); Ž. Jovanović, presidente del Forum di Belgrado (Serbia); D. Johnstone, saggista (Usa); P. Craig Roberts, editorialista (Usa). Tra i relatori italiani: A. Zanotelli, G. Strada, F. Cardini, F. Mini, G. Chiesa, A. Negri, T. Di Francesco, M. Dinucci.

Promotori: 
Comitato No Guerra No Nato e Global Research, insieme a Pax Christi, Comboniani, Wilpf e altre associazioni. Per partecipare al Convegno (ad ingresso libero) comunicare nome e luogo di residenza a 
G. Padovano 
Cell. 393 998 3462




INVITO AL CONVEGNO INTERNAZIONALE
PER IL 70° DELLA NATO

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Manifestações

2007 Speech

UKRAINE ON FIRE

Discurso do Presidente da Rússia, Vladimir Putin, na manhã do dia 24 de Fevereiro de 2022

Discurso do Presidente da Rússia, Vladimir Putin, Tradução em português




Presidente da Rússia, Vladimir Putin: Cidadãos da Rússia, Amigos,

Considero ser necessário falar hoje, de novo, sobre os trágicos acontecimentos em Donbass e sobre os aspectos mais importantes de garantir a segurança da Rússia.

Começarei com o que disse no meu discurso de 21 de Fevereiro de 2022. Falei sobre as nossas maiores responsabilidades e preocupações e sobre as ameaças fundamentais que os irresponsáveis políticos ocidentais criaram à Rússia de forma continuada, com rudeza e sem cerimónias, de ano para ano. Refiro-me à expansão da NATO para Leste, que está a aproximar cada vez mais as suas infraestruturas militares da fronteira russa.

É um facto que, durante os últimos 30 anos, temos tentado pacientemente chegar a um acordo com os principais países NATO, relativamente aos princípios de uma segurança igual e indivisível, na Europa. Em resposta às nossas propostas, enfrentámos invariavelmente, ou engano cínico e mentiras, ou tentativas de pressão e de chantagem, enquanto a aliança do Atlântico Norte continuou a expandir-se, apesar dos nossos protestos e preocupações. A sua máquina militar está em movimento e, como disse, aproxima-se da nossa fronteira.

Porque é que isto está a acontecer? De onde veio esta forma insolente de falar que atinge o máximo do seu excepcionalismo, infalibilidade e permissividade? Qual é a explicação para esta atitude de desprezo e desdém pelos nossos interesses e exigências absolutamente legítimas?

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Before the Presidential Address to the Federal Assembly.



The President of Russia delivered
the Address to the Federal Assembly. The ceremony took
place at the Manezh Central Exhibition Hall.


January
15, 2020


vp

President of Russia Vladimir Putin:

Address to the Nation

Address to the Nation.

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PT -- VLADIMIR PUTIN na Sessão plenária do Fórum Económico Oriental

Excertos da transcrição da sessão plenária do Fórum Económico Oriental

THE PUTIN INTERVIEWS


The Putin Interviews
by Oliver Stone (
FULL VIDEOS) EN/RU/SP/FR/IT/CH


http://tributetoapresident.blogspot.com/2018/07/the-putin-interviews-by-oliver-stone.html




TRIBUTE TO A PRESIDENT


NA PRMEIRA PESSOA

Um auto retrato surpreendentemente sincero do Presidente da Rússia, Vladimir Putin

CONTEÚDO

Prefácio

Personagens Principais em 'Na Primeira Pessoa'

Parte Um: O Filho

Parte Dois: O Estudante

Parte Três: O Estudante Universitário

Parte Quatro: O Jovem especialista

Parte Cinco: O Espia

Parte Seis: O Democrata

Parte Sete: O Burocrata

Parte Oito: O Homem de Família

Parte Nove: O Político

Apêndice: A Rússia na Viragem do Milénio


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