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SETTEMBRE / IL CROLLO DI UNA FALSA VERITA'
Italy
SEP
12, 2019 —
Immaginate
di salire in cima ai 400 metri delle torri gemelle e da lassù lasciar cadere un
blocco di cemento; cadendo sarà frenato in modo trascurabile dalla resistenza
dell’aria; immaginate di conteggiare il tempo necessario a che esso raggiunga
il suolo. Scoprirete, cronometro alla mano, che la caduta, quasi libera, ha
impiegato circa 10 secondi (nell’ipotesi di resistenza zero da parte dell’aria,
la meccanica newtoniana ne prevede 9). Ci si rimane male quando si scopre che
l’ultimo piano delle torri ha raggiunto il suolo in un tempo di pochissimo
superiore a quei 10 secondi. In pratica l’ultimo piano, in seguito al collasso,
ha raggiunto il suolo come se ad ostacolarne e rallentarne la caduta non ci
fossero stati frapposti oltre 100 piani. In altre parole, la dinamica con cui
l’ultimo piano ha raggiunto il suolo è stata praticamente analoga a quella di
una caduta nel vuoto!
Eppure
tutti abbiamo ancora negli occhi e nel cuore gli incendi, seguiti agli impatti
violenti dei Boeing della American Airlines con le torri, la fiammata esplosiva
iniziale e il denso fumo nero che dopo poco (circa un’ora) indicava
l’esaurimento degli incendi a riprova del fatto che i piani al di sopra e al di
sotto di quelli coinvolti da urto e fiamme dovevano necessariamente essere
integri. In particolare, è del tutto lecito pensare, che la struttura portante
in travi di acciaio temperato (47 piloni), al di sopra e al di sotto dei piani
direttamente coinvolti, non interessata dalle fiamme, doveva essere rimasta
indenne. Per di più l’acciaio fonde intorno ai 1500 gradi e l’incendio
divampato in conseguenza dell’impatto che fece esplodere il kerosene (la
benzina degli aerei) a detta dei tecnici può aver raggiunto, se si fosse svolto
in condizioni ottimali, una temperatura massima di 800 gradi (1). A riprova, le
testimonianze di coloro i quali, trovandosi agli ultimi piani dell’edificio,
sono riusciti a salvarsi attraversando i piani direttamente coinvolti dalla
collisione. Bastano queste poche considerazioni a mettere in dubbio la versione
ufficiale che afferma che a causare il collasso, come a tutti ci è sembrato di
constatare, fosse stata la collisione violenta con gli aerei e gli incendi che
ne sono seguiti.
Per
di più se vi provaste a fare una vostra personale indagine chiedendo quante
torri furono abbattute l’11 settembre, potete star certi che la risposta più
frequente, che vi sentirete dare, sarà due. La torre numero 7 (World Trade 7 –
WT7), collassata con la stessa dinamica, in traiettoria verticale, con tempi di
caduta libera, dopo essere stata inizialmente alla ribalta della cronaca è stata,
infatti, praticamente rimossa dalla memoria collettiva. Si è fatto
ossessivamente riferimento ai fatti dell’11 settembre menzionando
esclusivamente le twin towers con il risultato che non se ne è più parlato del
WT7, se non in ambienti di nicchia. Perché? Forse perché non era stata
impattata da alcun aereo.
Qualcos’altro
deve aver causato il collasso a cui il mondo intero ha assistito in diretta
televisiva internazionale mentre le operazioni di soccorso erano in pieno svolgimento.
Ad
occuparsi, negli anni, con studi specialistici dell’analisi dei fatti dell’11
settembre sono stati, in misura crescente, tecnici, esperti, ingegneri
strutturisti, architetti, scienziati, che si adoperano per la ricerca e la
riaffermazione della verità sui fatti dell’11 settembre, accumulando una
montagna di studi e prove documentali (2) che mettono radicalmente e
definitivamente all’angolo la versione ufficiale che il governo americano dell’epoca
commissionò al NIST.
Il
sito, Architetti e Ingegneri per la verità sull’11 settembre (3), cui
contribuiscono più di 3000 professionisti, impressiona per la mole e la qualità
della documentazione raccolta, risultato di ricerche, testimonianze ed altro
con una sezione di documenti accessibili anche in italiano (4).
«Il
nostro materiale tradotto è costituito da articoli online, video, DVD e
opuscoli stampabili. Si prega di condividere con altre persone – non solo amici
e familiari, ma anche con i media, i legislatori, forze dell’ordine, tribunali,
insegnanti, e, naturalmente, architetti, ingegneri e scienziati che vivono nel
vostro paese e parlano la vostra lingua.
Insieme,
faremo venire a galla la verità! Indipendentemente dal paese, cultura, partito
politico, o lingua, tutti hanno diritto di avere accesso ai fatti scientifici
che porteranno ad una vera indagine sul World Trade Center».
Non è più possibile accusare di
complottismo chi si occupa di “11 settembre“ nel modo degli Architects &
Engineers for 9/11 truth. Prova tuttavia ad insistere il CICAP, con
il solito Paolo Attivissimo (5) che ha un bel da fare a classificare, quali
produttori di bufale sull’11 settembre, personalità del mondo scientifico e
accademico, tra i maggiori esperti al mondo nei settori coinvolti (4).
Insistendo, svela, irrimediabilmente, tutta la sua strumentale pregiudizialità.
Rimarrà emblematica la esilarante puntata della serie Ulisse. Il piacere della
scoperta che Alberto Angela, anche lui collaboratore del CICAP, si prodigò a
produrre e presentare al fine di ristabilire la “verità scientifica“ a beneficio
del pubblico italiano.
«La
novità è che la più colossale delle bugie o se volete “fake news“ globali, che
ha impedito l’evoluzione positiva dell’umanità, dopo la fine della prima guerra
fredda e lo scioglimento dell’URSS, che ha letteralmente deviato il corso della
storia, sarà finalmente sottoposta al vaglio di una gran Jury. Il merito è
soprattutto dell’incessante lavoro del Movimento per la verità sull’11
settembre – AE911Truth e del Comitato degli avvocati che si formò quando
diversi legali che avevano firmato la petizione AE911Truth iniziarono a
lavorare insieme nel 2014. Una grande giuria federale ha ampi poteri per
indagare sui presunti crimini e per produrre un atto d’accusa e il relativo
procedimento giudiziario da parte del procuratore degli Stati Uniti.
Quest’ultimo sarà, infatti, obbligato a fornire le prove raccolte ad una
giuria. Se, malgrado l’obbligo, il procuratore non proseguisse in tal senso, i
firmatari della petizione si riservano la possibilità di intentare un’azione
per mandamus presso il tribunale federale. Un’azione mandamus, in caso di
successo, costringerebbe il procuratore degli Stati Uniti ad adempiere al suo
obbligo legale». Ad affermarlo è il
direttore esecutivo del comitato degli avvocati, Mick Harrison.
Il
movimento per la verità sull’undici settembre si avvale della collaborazione
non solo di architetti, ingegneri e scienziati ma anche di piloti della US Air
Force e di compagnie aeree commerciali, vigili del fuoco, che hanno riportato
la testimonianza di numerose esplosioni che hanno interessato tutta la
struttura delle torri compresi i piani interrati.
I
familiari delle quasi 3000 vittime che non si rassegnano alla mistificazione
della verità hanno, come era facile aspettarsi, sponsorizzato e contribuito
alla nascita di queste organizzazioni. Le dichiarazioni di tutti questi
soggetti non affermano mai in modo diretto che quegli attentati fossero stati
autoinflitti e organizzati secondo interessi inconfessabili di un potere oscuro
interno, un deep state (stato profondo), che si fosse mosso per soddisfare i
propri interessi. Essi non formulano alcuna ipotesi su chi potesse essere
responsabile dell’11 settembre. Si
limitano a dichiarare come la versione ufficiale ovvero i rapporti del NIST:
National Institute of Standards and Technology sia manifestamente sbagliata.
In sintesi, il Rapporto della
Commissione sull’11 settembre è stato un colossale esercizio di copertura
pertanto è necessario riaprire le indagini sul caso per scoprire la verità su
quegli eventi.
Sono
molti gli osservatori che fanno osservare come non si rifletta abbastanza sul
fatto che la versione ufficiale, fornita da Washington, non risulta credibile
perché essa implica un fallimento totale del sistema della sicurezza USA. È
necessario, infatti, ammettere che un manipolo di terroristi sia riuscito a
mettere in scacco CIA FBI e NSA DIA ecc. per un totale di 16 agenzie di
intelligence, dotate di imponenti risorse, in grado di spiare quotidianamente
con a disposizione i più sofisticati strumenti disponibili, abitanti e
strutture civili e militari su scala globale… Se pochi terroristi hanno potuto
tanto allora durante il periodo della guerra fredda l’Unione Sovietica avrebbe
potuto distruggere l’intero Occidente…
Una
grande giuria di 23 membri, investita del potere di citazione, ascolterà
testimonianze giurate, e le prove voluminose in totale contrasto con la
versione ufficiale americana, elaborata dal NIST, che tuttavia rifiuta, ancora oggi,
di rilasciare i dettagli della simulazione su cui avrebbe basato le sue tesi
intorno alle cause dei crolli, ma soprattutto avrà il potere di condurre
un’indagine approfondita che potrebbe tradursi in precise accuse contro persone
sospette, obiettivo centrale su cui il Movimento per la verità sull’11 settembre
ha lavorato per 18 anni.
La
voluminosa e dettagliata petizione presentata dalla Commissione degli avvocati
chiede, tra l’altro, che sia riaperta una grande indagine sulle vere cause
della distruzione del WTC 7 avvenuta nel pomeriggio senza che fosse stato
colpito da aerei dovendosi escludere per essa la versione diffusa
nell’immediato, e avallata nel seguito dai rapporti ufficiali statunitensi e i
principali media, che hanno incolpato della distruzione delle tre torri, 19
dirottatori terroristi legati ad Al Qaeda.
La
petizione afferma inoltre che:
«Il
comitato degli avvocati ha esaminato le prove disponibili pertinenti e ha
rigettato la affermazione ufficiale che siano da escludere prove sostanziali o
convincenti di reati ancora da perseguire in relazione all’uso di esplosivi e /
o incendiari pre-piantati l’11 / 9.» Afferma piuttosto che «ci sono prove
conclusive che tali crimini federali siano stati commessi».
Nella
petizione di 52 pagine, accompagnata da 57 oggetti , si sostiene che a causare
il crollo delle tre torri, piuttosto che l’impatto di due aerei dirottati e i
relativi incendi, sia stata la attivazione di dispositivi esplosivi
preinstallati che hanno causato la demolizione controllata delle tre torri.
I
crimini non perseguiti che si presume abbiano avuto luogo l’11 settembre sono
il bombardamento di luoghi di uso pubblico, come vietato ai sensi dello statuto
federale 18 U.S.C. § 2332f nonché la cospirazione e il favoreggiamento a
sostegno di tale reato.
Forse
non tutti sanno che il nostro Ferdinando Imposimato, presidente onorario della
Corte suprema d’Italia, nel quindicesimo anniversario dell’11 settembre,
insieme ad altri diversi testimoni esperti affiliati a AE911Truth ha
testimoniato davanti a un gruppo di avvocati del comitato degli avvocati
durante un simposio simposio di due giorni chiamato Justice In Focus presso la
Cooper Union di New York City.Tali testimonianze costituiscono una parte
significativa della petizione di 52 pagine e 57 oggetti archiviati all’esame
del procuratore degli Stati Uniti. I video del simposio Justice In Focus
possono essere visualizzati nella galleria video di AE911Truth. La
summenzionata testimonianza di esperti è nel video intitolato ‘Sunday Morning
Events‘, nonché nei video del Dr. Leroy Hulsey e del Dr. Graeme MacQueen.
Con
l’attentato dell’11 settembre, oltre all’omicidio di massa, si legittimò la
forte restrizione ai diritti civili codificata nel Patriot Act del 2001 e si
crearono i pretesti per avviare la guerra globale USA-NATO al terrorismo nella
forma di guerra imperialista al mondo (paesi canaglia), in particolare a danno
dell’Afghanistan e dell’Iraq che hanno subito l’uccisione di milioni di civili
innocenti e lo smantellamento delle loro strutture statali.
L’11
settembre è stato il ‘nuovo Pearl Harbor’ che i neoconservatori hanno
utilizzato per legittimare le loro guerre nel Medio Oriente e nel Nord Africa e
per mettere in atto uno stato di polizia al proprio interno.
Tutto
fa pensare che diciotto anni fa, abbiamo assistito al principale atto di
costruzione, in video diretta internazionale, a reti globali unificate, del
nemico che avrebbe degnamente sostituito l’Unione Sovietica e la sua visione
del mondo. La guerra fredda e con essa il complesso militare industriale degli
USA, si erano nutriti ed alimentati del timore suscitato dalla “minaccia
proveniente dall’Est“. Lo sgretolamento dell’URSS aveva lasciato l’Occidente
senza un nemico a legittimare il mostruoso complesso militare industriale
USA-NATO ormai portatore di enormi interessi privati, che era cresciuto veloce
e incontrastato come un cancro. Per continuare a investire nel complesso
militare industriale americano (che comprende già 800 basi in 80 paesi) ci
voleva una buona ragione, un nemico che apparisse temibile e sufficientemente
minaccioso almeno quanto il primo.Gli USA sotto il dominio di quel deep state
costituito dal dominio finanziario americano e dalla sua casta militare, che
Eisenowher chiamava il complesso militare industriale e politico, si muovono in
realtà contro la affermazione di un altro ordine mondiale che tende a tirarli
giù dal piedistallo della posizione egemonico-imperiale che occupano dal
dopoguerra.
Se
tale tesi apparisse assai azzardata si tenga presente che oggi, i documenti
strategici USA, dichiarano ufficialmente che la fase che individuava il nemico
nell’estremismo terrorista islamico è pressoché esaurita.
Il
nemico odierno, dichiarato tale dai documenti del Pentagono (Providing for The
Common Defence – nov 2018), contro cui sono previsti 5 scenari da casus belli
globale entro il 2024 è individuato in due grandi paesi: la Cina e la Russia.
Sono questi due paesi a minacciare la egemonia imperiale americana avendo
concretamente reso possibile un mondo sempre più multipolare. Gli USA sembrano
sorprendentemente consapevoli che in tale conflitto potrebbero «subire perdite
inaccettabilmente elevate e una perdita di importanti beni capitali». Guerre
tra eserciti in cui le vittime saranno sempre più le popolazioni civili.
La
Cina ha capito da tempo di essere nel mirino. La sua corsa agli armamenti ha
già raggiunto un quarto della spesa militare americana. La Russia, molto più
europea che asiatica, forzata dalle politiche europee a stringersi
nell’abbraccio con la Cina ha rimesso in piena efficienza e rinnovato a pieno
ritmo il suo sistema militare. Il recente ritiro definitivo degli USA dal
trattato INF, avallato dall’Ue, sugella l’aggressività crescente verso l’Est.
Anche il documento «Nuclear Operations» del dipartimento della difesa degli USA
non fa presagire nulla di buono poiché sdogana l’uso di armi nucleari a potenza
ridotta declassandole ad armi convenzionali, utilizzabili, quindi, per la
soluzione di impasse militari particolarmente difficili. D’altronde i più
recenti rapporti strategici USA, appaiono in piena continuità con il Progetto
per un nuovo secolo americano (PNAC – 1997).
La
pianificazione della guerra nucleare contro Russia e Cina, in corso da più di
un decennio, è oggi entrata nella sua fase operativa. È del 7 settembre la
dichiarazione, riportata da News Front, del segretario alla Difesa americano
(il capo del Pentagono) Mark Esper, che afferma, tra l’altro, che «gli Stati
Uniti rafforzeranno la lotta contro Russia e Cina e solleciteranno l’Europa a
pensarci per aggregarsi alla stessa lotta» e che
«La
politica estera russa continua a ignorare le norme internazionali», mentre vede
il rischio di una «invasione russa» di un paese vicino (forse il Venezuela) e
delle azioni di Mosca in Siria.
Ha
aggiunto, tra l’altro che «Russia e Cina vogliono distruggere l’ordine
internazionale».
Portare
alla luce del sole la verità nascosta è il primo atto necessario nella
direzione della riaffermazione delle leggi della vita, oggi sotto attacco, a
tutti i livelli. Con questo spirito è bene ricordare altri due 11 settembre che
hanno segnato la storia del secolo passato. Quello del ’73, anno del colpo di
Stato in Cile, che fu un evento della guerra fredda in corso allora, che vide
l’assassinio del presidente S.Allende e la instaurazione del regime militare-liberista
di Pinochet, ricordato di recente da un bella ricostruzione cinematografica di
Nanni Moretti Santiago Italia, e quello del 1906, anno in cui nasce in Sud
Africa il Satyagraha, il metodo di Gandhi per lottare per un mondo migliore
senza violenza.
(1)
Gli interessati possono consultare il rapporto Europhysics News ’15 anni dopo:
sulla fisica dei crolli di grattacieli’. che ha contestato le tesi del governo
USA secondo cui I grattacieli sarebbero crollati a causa del fuoco. I quattro
coautori tra l’atro dimostrano come nessun altro grattacielo nella storia del
mondo sia mai crollato a causa del fuoco. Gli autori mostrano come la dinamica
fisica dei crolli sia perfettamente compatibile con la demolizione controllata.
L’articolo è stato scaricato quasi 700.000 volte da agosto 2016 e ‘continua a
raccogliere oltre 2.000 letture a settimana, mantenendolo in cima alle notizie
Europhysics’ tra gli articoli più letti.
(2)
ecco schematicamente un piccolissimo sottoinsieme delle problematiche
contestate:
Analisi
di laboratorio scientifico indipendente su campioni di polvere del WTC che
mostrano la presenza di esplosivi e / o incendiari ad alta tecnologia sotto
forma di termite o di termato.
Analisi
esperta di prove sismiche che si sono verificate esplosioni nelle torri del WTC
l’11 settembre prima dell’impatto dell’aereo sulle torri del WTC e prima del
crollo dell’edificio.
Analisi
tecnica delle prove video del crollo dell’edificio del WTC. I pompieri
riferiscono di esplosioni e di aver visto ‘ferro fuso come in una fonderia’.
La
petizione afferma che la presenza di ferro fuso richiederebbe temperature più
elevate del combustibile a reazione e che i contenuti degli edifici potrebbero
creare quando bruciati, ma coerenti con l’uso dell’esplosivo ad alta tecnologia
E termite incendiaria o termate.
La
presenza di microsfere di ferro precedentemente fuse, che sono state stabilite
mediante analisi al microscopio elettronico di campioni di polvere del WTC, sia
da parte di scienziati governativi che indipendenti, è un altro fenomeno che
sarebbe scientificamente impossibile basandosi sulla combustione di carburante
per jet e sui soli contenuti degli uffici.
Testimonianza
di video e testimonianze oculari dell’espulsione durante il crollo del WTC 1 e
2 di pesanti elementi di acciaio lateralmente dagli edifici che non sarebbero
possibili da un crollo per gravità.
Analisi
scientifiche, testimonianze oculari e rapporti governativi che confermano la
solidificazione e la corrosione ad alta temperatura dell’acciaio trovato nelle
macerie dopo il crollo delle torri del WTC e del WTC 7, un fenomeno non
previsto in un incendio di carburante a reazione e un collasso per gravità ma
coerente con l’uso di esplosivo ad alta temperatura.
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