GIULIETTO CHIESA

WWIII

 

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What part will your country play in World War III?

By Larry Romanoff

 

The true origins of the two World Wars have been deleted from all our history books and replaced with mythology. Neither War was started (or desired) by Germany, but both at the instigation of a group of European Zionist Jews with the stated intent of the total destruction of Germany. The documentation is overwhelming and the evidence undeniable. (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11)

 

That history is being repeated today in a mass grooming of the Western world’s people (especially Americans) in preparation for World War IIIwhich I believe is now imminent. It is evident that War Clouds are gathering. The signs are everywhere, with media coverage and open talk of war in many countries. The RAND Corporation have for years been preparing military scenarios for World War III, and NATO is reported to be currently doing so. Vast movements of NATO troops and equipment are either in preparation or process to surround Russia. The US is surrounding China with military bases including the world's largest in Guam. Both China and Russia are surrounded with nearly 400 US biological weapons labs. Iran is entirely vulnerable from the American military build-up in the Middle East.

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FREE JULIAN ASSANGE

Saturday, July 7, 2018

IT -- Manlio Dinucci -- Spot televisivo della ministra Trenta sugli F-35



Spot televisivo della ministra Trenta sugli  F-35


Manlio Dinucci


«Non compreremo altri F-35»: lo ha dichiarato il 6 luglio a Omnibus su La7 la ministra della Difesa Elisabetta Trenta. Parole che hanno fatto sensazione: è arrivato finalmente il governo che «taglierà le ali agli F-35»? Non proprio. La Trenta ha spiegato che, dall’analisi che sta facendo, potrebbe «scoprire che tagliare costa più che mantenere poiché ci sarebbero delle forti penali». In realtà, ricorda GIuseppe Civati, la Corte dei Conti ha già chiarito che la partecipazione al programma dell’F-35 non è soggetta a penali contrattuali. La Trenta fa inoltre presente che, intorno all'F-35, c'è un indotto tecnologico e occupazionale che verrebbe a sua volta tagliato. Ipotizza quindi che, puttosto che tagliare, l’Italia potrebbe dilazionare nel tempo l’acquisto dei previsti 90 F-35. Per cui resterebbero sempre 90.

Nella vulgata televisiva la ministra Trenta trascura di chiarire ai telespettatori le questioni nodali. Anzitutto il fatto che l’Italia è non solo acquirente ma partner di secondo livello del programma F-35 capeggiato dalla statunitense Lockheed Martin, prima produttrice mondiale di armamenti aerospaziali e missilistici.  Uno dei programmi di punta della Lockheed Martin è quello dell’F-35 Lightning II, definito «il più avanzato caccia multiruolo del mondo». Se ne producono tre modelli: a decollo ed atterraggio convenzionali (A), a decollo corto e atterraggio verticale (B) e come variante per le portaerei (C). Negli Stati uniti la rete produttiva dell’F-35 comprende oltre 1400 aziende in 46 stati e a Puerto Rico, che producono migliaia di componenti del caccia. Al programma dell’F-35 partecipano otto partner esteri: Australia, Canada, Danimarca, Gran Bretagna, Italia, Norvegia, Olanda e Turchia. Altri acquirenti sono Israele, Giappone e Corea del Sud.

La Trenta sembra anche ignorare che l’adesione dell’Italia al programma dell’F-35, quale partner di secondo livello, rinsalda l’ancoraggio agli Stati uniti, che il governo di cui fa parte definisce «alleato privilegiato» dell’Italia. La partecipazione al programma F-35 lega ancor più il complesso militare industriale italiano al gigantesco complesso militare-industriale statunitense. La decisione di partecipare al programma dell’F-35 è quindi essenzialmente una scelta politica.

La Trenta non dice che la principale industria militare italiana – la Leonardo (già Finmeccanica), presente in 180 siti nel mondo –fornisce negli USA prodotti e servizi non solo alle Forze armate e alle aziende del Pentagono, ma anche alle agenzie d’intelligence. Per questo è stata affidata alla Leonardo, in Italia,  la gestione dell’impianto Faco di Cameri (Novara), nel quale vengono assemblati i caccia F-35 destinati all’Aeronautica e alla Marina italiane e parte di quelli ordinati dall’Olanda. I siti di Foggia e Nola realizzano le parti in composito e metalliche del cassone alare completo, del quale la Leonardo è seconda produttrice anche per gli F-35 delle Forze armate statunitensi.

La Trenta si è soprattutto dimenticata di annunciare la grande notizia: dieci giorni fa, in base a un contratto stipulato dalla Lockheed Martin con la U.S. Navy, è stato stabilto che Cameri sarà uno dei cinque centri mondiali (tre negli USA, uno in Australia e uno in Italia)  per la manutenzione, la riparazione e l’ammodernamento degli F-35,

La Trenta tace anche sul fatto che, oltre ai potenti interessi del complesso militare-industriale, l’F-35 è legato alla strategia nucleare USA/NATO. Per usare tutte le capacità della nuova bomba nucleare B61-12, che dal 2020 il Pentagono schiererà in Italia e altri paesi europei, occorrono i nuovi caccia F-35A. Ciò comporta la soluzione di altri problemi tecnici, che si aggiungono ai numerosi verificatisi nel programma F-35. Il complesso software del caccia, che è stato finora modificato oltre 30 volte, richiede ulteriori aggiornamenti. Per modificare i primi 12 F-35 l’Italia dovrà spendere circa 400 milioni di euro, che si aggiungono alla spesa ancora inquantificata (stimata in 13-16 miliardi di euro)  per l’acquisto dei 90 caccia e per il loro ammodernamento. Soldi che escono dalle casse dello Stato (ossia dalle nostre), mentre quelli ricavati dai contratti per la produzione dell’F-35 entrano nelle casse delle industrie militari.

Tutto questo la Trenta non l’ha raccontato nello spot pubblicitario  a Omnibus, assicurando che sarà il suo ministero a «decidere tenendo esclusivamente conto dell'interesse nazionale». Quando invece c’è un unico modo per garantire l’interesse nazionale: uscire completamente dal programma F-35.



(il manifesto, 7 luglio 2018)



NO WAR NO NATO


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2007 Speech

UKRAINE ON FIRE

Discurso do Presidente da Rússia, Vladimir Putin, na manhã do dia 24 de Fevereiro de 2022

Discurso do Presidente da Rússia, Vladimir Putin, Tradução em português




Presidente da Rússia, Vladimir Putin: Cidadãos da Rússia, Amigos,

Considero ser necessário falar hoje, de novo, sobre os trágicos acontecimentos em Donbass e sobre os aspectos mais importantes de garantir a segurança da Rússia.

Começarei com o que disse no meu discurso de 21 de Fevereiro de 2022. Falei sobre as nossas maiores responsabilidades e preocupações e sobre as ameaças fundamentais que os irresponsáveis políticos ocidentais criaram à Rússia de forma continuada, com rudeza e sem cerimónias, de ano para ano. Refiro-me à expansão da NATO para Leste, que está a aproximar cada vez mais as suas infraestruturas militares da fronteira russa.

É um facto que, durante os últimos 30 anos, temos tentado pacientemente chegar a um acordo com os principais países NATO, relativamente aos princípios de uma segurança igual e indivisível, na Europa. Em resposta às nossas propostas, enfrentámos invariavelmente, ou engano cínico e mentiras, ou tentativas de pressão e de chantagem, enquanto a aliança do Atlântico Norte continuou a expandir-se, apesar dos nossos protestos e preocupações. A sua máquina militar está em movimento e, como disse, aproxima-se da nossa fronteira.

Porque é que isto está a acontecer? De onde veio esta forma insolente de falar que atinge o máximo do seu excepcionalismo, infalibilidade e permissividade? Qual é a explicação para esta atitude de desprezo e desdém pelos nossos interesses e exigências absolutamente legítimas?

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PT -- VLADIMIR PUTIN na Sessão plenária do Fórum Económico Oriental

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