GIULIETTO CHIESA

WWIII

 

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What part will your country play in World War III?

By Larry Romanoff

 

The true origins of the two World Wars have been deleted from all our history books and replaced with mythology. Neither War was started (or desired) by Germany, but both at the instigation of a group of European Zionist Jews with the stated intent of the total destruction of Germany. The documentation is overwhelming and the evidence undeniable. (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11)

 

That history is being repeated today in a mass grooming of the Western world’s people (especially Americans) in preparation for World War IIIwhich I believe is now imminent. It is evident that War Clouds are gathering. The signs are everywhere, with media coverage and open talk of war in many countries. The RAND Corporation have for years been preparing military scenarios for World War III, and NATO is reported to be currently doing so. Vast movements of NATO troops and equipment are either in preparation or process to surround Russia. The US is surrounding China with military bases including the world's largest in Guam. Both China and Russia are surrounded with nearly 400 US biological weapons labs. Iran is entirely vulnerable from the American military build-up in the Middle East.

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FREE JULIAN ASSANGE

Monday, November 18, 2019

IT -- Manlio Dinucci -- L'arte della guerra -- L’Italia nella Coalizione «antiterrorismo»




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L’arte della guerra
L’Italia nella Coalizione «antiterrorismo»
Manlio Dinucci


Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, accogliendo a Roma i cinque militari feriti in Iraq, ha dichiarato che «lo Stato italiano mai indietreggerà di un centimetro di fronte alla minaccia terroristica e reagirà con tutta la sua forza di fronte a chi semina terrore». E’ quindi volato a Washington per partecipare alla riunione del gruppo ristretto della «Coalizione globale contro Daesh» di cui fanno parte, sotto guida Usa, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Giordania e altri paesi che hanno sostenuto Daesh/Isis e analoghe formazioni terroristiche, fornendo loro armi e addestramento (come abbiamo documentato su questo giornale).

La Coalizione – di cui fanno parte Nato, Unione Europea, Lega Araba,  Comunità degli Stati del Sahel/Sahara e Interpol, più 76 singoli Stati  – rivendica nel suo comunicato del 14 novembre di «aver liberato l’Iraq e la Siria nord-orientale dal controllo di Daesh/Isis», mentre è evidente che le forze della Coalizione avevano lasciato volutamente mano libera a Daesh/Isis.  

Questa e altre formazioni terroristiche sono state sconfitte solo quando la Russia è intervenuta militarmente a sostegno delle forze governative siriane.

La Coalizione rivendica inoltre di aver «fornito 20 miliardi di dollari di assistenza umanitaria e per la stabilizzazione ai popoli iracheno e siriano, e addestrato ed equipaggiato oltre 220.000 membri delle forze di sicurezza per stabilizzare le comunità locali». Scopo di questa «assistenza» è in realtà non la stabilizzazione ma la continua destabilizzazione  di Iraq e Siria, facendo leva strumentalmente soprattutto sulle diverse componenti dell’indipendentismo curdo, per disgregare questi Stati nazionali, controllare il loro territorio e le loro riserve energetiche.

Nel quadro di tale strategia l’Italia, definita «uno dei massimi contribuenti  della Coalizione», è impegnata in Iraq principalmente nell’addestramento delle «Forze di sicurezza curde» (Peshmerga), in particolare all’uso di armi anti-carro, di mortai e artiglieria, e a quello di fucili di precisione in speciali corsi per cecchini.

Operano attualmente in Iraq circa 1100 militari italiani, divisi in diverse task force in luoghi differenti, dotati di oltre 300 mezzi terrestri e 12 mezzi aerei, con una spesa nel 2019 di 166 milioni di euro.

A quella in Iraq è affiancata una componente aerea italiana in Kuwait, con 4 cacciabombardieri Typhoon, 3 droni Predator  e un aereo-cisterna per il rifornimento in volo.

Con tutta probabilità le forze speciali italiane, cui appartengono i cinque feriti, partecipano ad azioni di combattimento anche se il loro compito ufficiale sarebbe solo quello di addestramento. L’impiego delle forze speciali è di per se stesso segreto. Ora diviene ancora più segreto perché il loro comando, il Comfose, viene trasferito dalla caserma della Folgore a Pisa alla limitrofa area della base di Camp Darby, il più grande arsenale Usa fuori dalla madrepatria, dove si svolgono anche attività di addestramento.

Nella Coalizione l’Italia ha inoltre il compito di co-dirigere il «Gruppo finanziario di contrasto all’Isis» insieme ad Arabia Saudita e Stati uniti, ossia a coloro che hanno finanziato e organizzato l’armamento delle forze dell’Isis e di altre formazioni terroristiche (v. inchiesta del New York Times nel 2013).

Forte di tutti questi meriti, il ministro degli Esteri Di Maio ha avanzato a Washington la proposta, subito accettata, che sia l’Italia ad ospitare la riunione plenaria della Coalizione nel 2020. L’Italia avrà  così l’onore di ospitare strenui oppositori del terrorismo come l’Arabia Saudita che, dopo aver finanziato l’Isis, ora spende i suoi petrodollari per finanziare la sua guerra terroristica nello Yemen.  

il manifesto, 18 novembre 2019






«DICHIARAZIONE DI FIRENZE»
Per la creazione di un fronte internazionale NATO EXIT in tutti i paesi europei della NATO.
Manlio Dinucci

Geografo e geopolitologo. Libri più recenti: Laboratorio di geografia, Zanichelli 2014 ; Diario di viaggio, Zanichelli 2017 ; L’arte della guerra / Annali della strategia Usa/Nato 1990-2016, Zambon 2016, Guerra Nucleare. Il Giorno Prima 2017; Diario di guerra Asterios Editores 2018, Premio internazionale per l'analisi geostrategica assegnato il 7 giugno 2019 dal Club dei giornalisti del Messico, A.C.


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2007 Speech

UKRAINE ON FIRE

Discurso do Presidente da Rússia, Vladimir Putin, na manhã do dia 24 de Fevereiro de 2022

Discurso do Presidente da Rússia, Vladimir Putin, Tradução em português




Presidente da Rússia, Vladimir Putin: Cidadãos da Rússia, Amigos,

Considero ser necessário falar hoje, de novo, sobre os trágicos acontecimentos em Donbass e sobre os aspectos mais importantes de garantir a segurança da Rússia.

Começarei com o que disse no meu discurso de 21 de Fevereiro de 2022. Falei sobre as nossas maiores responsabilidades e preocupações e sobre as ameaças fundamentais que os irresponsáveis políticos ocidentais criaram à Rússia de forma continuada, com rudeza e sem cerimónias, de ano para ano. Refiro-me à expansão da NATO para Leste, que está a aproximar cada vez mais as suas infraestruturas militares da fronteira russa.

É um facto que, durante os últimos 30 anos, temos tentado pacientemente chegar a um acordo com os principais países NATO, relativamente aos princípios de uma segurança igual e indivisível, na Europa. Em resposta às nossas propostas, enfrentámos invariavelmente, ou engano cínico e mentiras, ou tentativas de pressão e de chantagem, enquanto a aliança do Atlântico Norte continuou a expandir-se, apesar dos nossos protestos e preocupações. A sua máquina militar está em movimento e, como disse, aproxima-se da nossa fronteira.

Porque é que isto está a acontecer? De onde veio esta forma insolente de falar que atinge o máximo do seu excepcionalismo, infalibilidade e permissividade? Qual é a explicação para esta atitude de desprezo e desdém pelos nossos interesses e exigências absolutamente legítimas?

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