GIULIETTO CHIESA

WWIII

 

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What part will your country play in World War III?

By Larry Romanoff

 

The true origins of the two World Wars have been deleted from all our history books and replaced with mythology. Neither War was started (or desired) by Germany, but both at the instigation of a group of European Zionist Jews with the stated intent of the total destruction of Germany. The documentation is overwhelming and the evidence undeniable. (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11)

 

That history is being repeated today in a mass grooming of the Western world’s people (especially Americans) in preparation for World War IIIwhich I believe is now imminent. It is evident that War Clouds are gathering. The signs are everywhere, with media coverage and open talk of war in many countries. The RAND Corporation have for years been preparing military scenarios for World War III, and NATO is reported to be currently doing so. Vast movements of NATO troops and equipment are either in preparation or process to surround Russia. The US is surrounding China with military bases including the world's largest in Guam. Both China and Russia are surrounded with nearly 400 US biological weapons labs. Iran is entirely vulnerable from the American military build-up in the Middle East.

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FREE JULIAN ASSANGE

Monday, July 6, 2020

IT -- Manlio Dinucci -- L’arte della guerra -- Siluro bipartisan contro l’accordo per l’Afghanistan

A U.S. Army adviser and an Afghan crew chief are pictured. | Getty Images

L’arte della guerra
Siluro bipartisan contro l’accordo per l’Afghanistan
Manlio Dinucci

ITALIANO  PORTUGUÊS


Centinaia di migliaia di vittime civili, oltre 2.400 soldati Usa uccisi (più un numero imprecisato di feriti), circa 1.000 miliardi di dollari spesi: questo in sintesi il bilancio dei 19 anni di guerra Usa in Afghanistan, cui si aggiunge il costo per gli alleati Nato (Italia compresa) e altri che hanno affiancato gli Usa nella guerra.

Bilancio fallimentare per gli Usa anche sotto il profilo politico-militare: la maggior parte del territorio è oggi controllata dai Talebani o contesa tra questi e le forze governative sostenute dalla Nato.

Su tale sfondo, dopo lunghe trattative, l’amministrazione Trump ha concluso lo scorso febbraio un accordo con i Talebani, che prevede, in cambio di una serie di garanzie, la riduzione del numero delle truppe Usa in Afghanistan da 8.600 a 4.500. Ciò non significa la fine dell’intervento militare Usa in Afghanistan, che continua con forze speciali, droni e bombardieri. L’accordo, comunque, aprirebbe la via a una de-escalation del conflitto armato.

Pochi mesi dopo la firma, però, esso è stato rotto: non dai Talebani afghani ma dai Democratici statunitensi. Essi hanno fatto passare al Congresso un emendamento all’Atto di autorizzazione che stanzia 740,5 miliardi di dollari per il budget del Pentagono nell’anno fiscale 2021. L’emendamento, approvato il 2 luglio dal Comitato dei servizi armati a grande maggioranza con i voti del Democratici, stabilisce di «limitare l’uso di fondi per ridurre il numero di forze armate dispiegate in Afghanistan».

Esso proibisce al Pentagono di spendere i fondi in suo possesso per qualsiasi attività che riduca il numero dei soldati Usa in Afghanistan al di sotto degli 8.000: l’accordo, che comporta la riduzione delle truppe Usa in Afghanistan, viene così di fatto bloccato. Significativo è che l’emendamento sia stato presentato non solo dal democratico Jason Crow ma anche dalla repubblicana Liz Cheney, che fornisce il suo avallo in perfetto stile bipartisan. Liz è figlia di Dick Cheney, vicepresidente degli Stati Uniti dal 2001 al 2009 nell’amministrazione di George W.Bush, quella che decise l’invasione e occupazione dell’Afghanistan (ufficialmente per dare la caccia a Osama bin Laden).

L’emendamento condanna esplicitamente l’accordo, sostenendo che danneggia «gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati uniti», «non rappresenta una realistica soluzione diplomatica» e «non fornisce protezione a popolazioni vulnerabili». Per essere autorizzato a ridurre le proprie truppe in Afghanistan, il Pentagono dovrà certificare che ciò «non comprometterà la missione antiterrorismo degli Stati uniti».

Non a caso il New York Times ha pubblicato il 26 giugno un articolo che, in base a informazioni fornite (senza alcuna prova) da agenti dell’intelligence Usa, accusa «una unità dell’intelligence militare russa di aver offerto a militanti talebani una taglia per uccidere soldati della Coalizione in Afghanistan, prendendo di mira soprattutto quelli americani». La notizia è stata diffusa dai principali media statunitensi, senza che nessun cacciatore di fake news ne mettesse in dubbio la veridicità.

Una settimana dopo al Congresso è passato l’emendamento che impedisce la riduzione delle truppe Usa in Afghanistan. Ciò conferma quale sia il reale scopo dell’intervento militare Usa/Nato in Afghanistan: il controllo di quest’area di primaria importanza strategica. L’Afghanistan è al crocevia tra Medio Oriente, Asia centrale, meridionale e orientale.

In quest’area (nel Golfo e nel Caspio) si trovano grandi riserve petrolifere. Si trovano Russia e Cina, la cui forza sta crescendo e influendo sugli assetti globali. Come aveva avvertito il Pentagono in un rapporto del 30 settembre 2001, una settimana prima dell’invasione Usa dell’Afghanistan, «esiste la possibilità che emerga in Asia un rivale con una formidabile base di risorse». Possibilità che ora si sta materializzando. 

Gli «interessi di sicurezza nazionale degli Stati uniti» impongono di restare in Afghanistan, costi quello che costi.
Manlio Dinucci

il manifesto, 07 luglio 2020



Resultado de imagem para picture of NATO EXIT COMITTATO NO GUERRA NO NATO

http://www.natoexit.it/ -- ITALIANO



«DICHIARAZIONE DI FIRENZE»
Per la creazione di un fronte internazionale NATO EXIT in tutti i paesi europei della NATO.
Geografo e geopolitologo. Libri più recenti: Laboratorio di geografia, Zanichelli 2014 ; Diario di viaggio, Zanichelli 2017 ; L’arte della guerra / Annali della strategia Usa/Nato 1990-2016, Zambon 2016, Guerra Nucleare. Il Giorno Prima 2017; Diario di guerra Asterios Editores 2018, Premio internazionale per l'analisi geostrategica assegnato il 7 giugno 2019 dal Club dei giornalisti del Messico, A.C.


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Discurso do Presidente da Rússia, Vladimir Putin, na manhã do dia 24 de Fevereiro de 2022

Discurso do Presidente da Rússia, Vladimir Putin, Tradução em português




Presidente da Rússia, Vladimir Putin: Cidadãos da Rússia, Amigos,

Considero ser necessário falar hoje, de novo, sobre os trágicos acontecimentos em Donbass e sobre os aspectos mais importantes de garantir a segurança da Rússia.

Começarei com o que disse no meu discurso de 21 de Fevereiro de 2022. Falei sobre as nossas maiores responsabilidades e preocupações e sobre as ameaças fundamentais que os irresponsáveis políticos ocidentais criaram à Rússia de forma continuada, com rudeza e sem cerimónias, de ano para ano. Refiro-me à expansão da NATO para Leste, que está a aproximar cada vez mais as suas infraestruturas militares da fronteira russa.

É um facto que, durante os últimos 30 anos, temos tentado pacientemente chegar a um acordo com os principais países NATO, relativamente aos princípios de uma segurança igual e indivisível, na Europa. Em resposta às nossas propostas, enfrentámos invariavelmente, ou engano cínico e mentiras, ou tentativas de pressão e de chantagem, enquanto a aliança do Atlântico Norte continuou a expandir-se, apesar dos nossos protestos e preocupações. A sua máquina militar está em movimento e, como disse, aproxima-se da nossa fronteira.

Porque é que isto está a acontecer? De onde veio esta forma insolente de falar que atinge o máximo do seu excepcionalismo, infalibilidade e permissividade? Qual é a explicação para esta atitude de desprezo e desdém pelos nossos interesses e exigências absolutamente legítimas?

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